Quarto Flegreo

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QUARTO

A nord-ovest di Napoli all’interno di una depressione vulcanica di forma elletticca nota come la “Piana di Quarto” sorge omonimo comune flegreo. Il nome deriva dal latino “quartus” che identifica probabilmente il “quarto di miglio” della Via Consolare Campana che collegava il porto di Puteoli a Capua, collegata a sua volta a Roma tramite la Via Appia.

Abitata fin dalle preistoria, la “Piana di Quarto” ha sempre attratto per la fertilità del terreno e già i Greci provvidero a sviluppare l’agricoltura controllandone il territorio, ma già nelle preistoria l’area è stata abitata come dimostrano alcune suppellettili risalenti all’età del bronzo medio ritrovati lungo le colline.

In epoca romana la struttura urbana di ispirazione rurale si sviluppò grazie alla costruzione della Via Consolare Campana che consentì l’incremento delle attività commerciali e di conseguenza lo sviluppo economico dell’area. Opera che richiese grande abilità ingegneristica soprattutto nel taglio della collina e nella formazione dei contrafforti, ricordata ancora oggi come “Montagna Spaccata”.

Oggi lungo i lati della Via Campana, attuale e trafficata arteria che collega Pozzuoli con Quarto si trovano numerosi reperti di epoca romana (ville, mausolei, forni, colombari) e molti altri ancora non sono stati oggetto di scavo. L’area archeologica di Quarto è molto vasta ma la parte più suggestiva è la Necropoli di Via Brindisi dove è possibile ammirare il Mausoleo a cuspide piramidale noto come la “Fescina”.

Tra i reperti di epoca romana di rilievo, oltre alle mura di sostegno che arginano ancora strutturalmente i fianchi della collina sbancata della nota “Montagna Spaccata”, spicca la “Mansio”, edificio in “opera reticolata e listata” residuo di un punto di sosta e rifornimento lungo la Via Consolare Campana.

La cittadina è diventata comune a se solo dopo la seconda guerra mondiale affrancandosi dal comune di Marano del quale era frazione. Da allora è sempre cresciuta sotto il profilo demografico ed urbanistico con dei picchi di incremento successivi al sisma del 1980 ed ai danni del bradisismo del 1983 nell’area di Pozzuoli.