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PUNTA PENNATA

L'isolotto noto come "Punta Pennata" è ciò che rimane di una sottile penisola, che già in epoca greca e successivamente in età romana, fungeva da naturale diga foranea dell'antico porto di Miseno e quindi aveva la funzione di smorzare l'intensità del moto ondoso e magari fungere anche da protezione militare.

L'attuale aspetto, che la resa più simile ad una piccola isola, è dovuto alle conseguenze di una successione di onde anomale generate da un terremoto registratosi nell'inverno del 1967 ma che proprio per effetto dei terremoti e del bradisismo aveva già perso definitivamente tutte le strutture che la caratterizzavano.

Infatti, la presenza di numerosi ruderi di epoca romana sommersi e altri sepolti o nascosti dalla vegetazione documentano come quella lingua di costone tufaceo fosse invece "urbanizzata" ovvero organizzata con strutture edili sulle quali si sono sviluppate nel tempo diverse interpretazioni da parte di esperti.

C'è infatti chi vede in quei ruderi i resti di un antica villa patrizia, così come riportato in alcuni estratti letterari, dove si fa riferimento alla Villa di Lucullo e quindi con una destinazione residenziale. Ma altri, invece, hanno interpretato quei residui come parte di una struttura militare riconducibile addirittura alla sede del comando delle legioni ovvero il praetorium misenate.

Quello che è certo lo documentano le tecniche edilizie con le quali sono state realizzate le dette strutture, dove oltre ad alcune più profonde in cementizio si riscontrano tratti in opera laterizia, reticolata e vittata che collocano temporalmente queste costruzioni come realizzate a partire dal I sec. d.C. e con interventi edili di sistemazione riconducibili al II sec. d.C. e quindi di età imperiale quando l'area divenne parte fondamentale delle strutture al servizio della Classis (Praetoriae) Misenensis.

Ma che la penisola fosse stata nel tempo adeguata all'utilizzo come diga foranea lo dimostra la presenza di due cavità che l'attraversano, note come la"Grotta del corallo" e la "Grotta di Nerone" che sembrano fatte apposta per consentire il normale flusso delle acque al fine di evitare l'accumulo di sabbia all'interno del porto ma che di fatto stanno contribuendo alla lenta erosione del costone tufaceo.

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