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SINTESI STORICA DEI CAMPI FLEGREI

Dai dati archeologici e da quanto riportato da leggende, miti e memorie antiche, l'area dei Campi Flegrei, nonostante l'intensa e diffusa attività vulcanica che la rendeva ostica e in gran parte invivibile, in epoca preistorica e protostorica era abitata da una popolazione tribale (l'Ausonio e/o Opico - Osco) che viveva sostanzialmente di caccia e piccola agricoltura in un ambiente fitto di vegetazione e fecondo di fauna, grazie anche ad un territorio generoso, molto fertile e ricco di minerali.

Questo, in poche parole, il mondo che hanno conosciuto i greci, i primi a civilizzare l'area flegrea con la fondazione di Cuma e l'avvio di tutte quelle attività, quali l'artigianato, l'allevamento e l'agricoltura. Proprio quest'ultima pratica è riuscita a trasformare boscaglie, paludi e aree incolte in quella nota alla storia come la "campagna di Cuma" che nel periodo di maggiore splendore si estendeva dalla collina di Posillipo fin'oltre la Literna Palus (attuale lago Patria) con una capacità produttiva che ha reso la città - stato tra le più floride e potenti della Magna Grecia.

Con l'estendersi del dominio romano i Campi Flegrei divennero palcoscenico privilegiato dove si è rappresentata meglio che in altri luoghi lo spettacolo della storia antica. La "piccola Roma" così come era chiamata Pozzuoli, con il suo porto, il più importante del mondo conosciuto, che l'ha resa la città più cosmopolita e frequentata del mediterraneo e attraverso il quale transitavano merci di ogni genere, ha fatto da volano per la promozione dell'area flegrea come luogo ambito e meta irrinunciabile dell'elite romana sia in epoca repubblicana che imperiale.

La strepitosa crescita economica della principale città flegrea, un clima locale imparagonabile, un litorale di notevole bellezza, arricchito da risorse termali in quantità tali che nessun altra parte al mondo offriva, hanno contribuito ad attrarre l'aristocrazia romana e dignitari al seguito che si dotò di residenze dall'architettura tutta protesa verso il mare con terrazzamenti, logge e peschiere che rinnovarono in modo sostanziale gli usi, i costumi e il modo di abitare. Gli edifici pubblici e privati si adeguarono inevitabilmente all'opulenza del tempo al punto che si sperimentarono soluzioni ardite, alcune delle quali furono riproposte a Roma in dimensioni maggiori.

I Campi Flegrei hanno anche ospitato, in età imperiale la flotta navale, ubicata inizialmente presso il Portus Julius realizzato da Ottaviano Augusto, primo imperatore, utilizzando il lago di Lucrino sia per il ricovero delle navi che per l'addestramento dei marinai, simulando abbordaggi e combattimenti (in quel tempo il lago era molto più esteso, infatti perse la sua originale conformazione in seguito all'eruzione di Monte Nuovo) nonché quello d'Averno come cantiere navale all'altro collegato tramite un canale artificiale.

In seguito la flotta fu trasferita a Miseno, a causa del bradisismo che rese inaccessibile il precedente. Lì fu organizzata la prima scuola militare e nei pressi costruite le cisterne più grandi di quel tempo (Piscina Mirabilis, Cento Camerelle, Grotta della Dragonara) inoltre, nei Campi Flegrei sono state realizzate le cavità artificiali più ardite e senza precedenti (Grotta di Cocceio, Grotta di Seiano, Crypta Neapolitana e Crypta Romana).

Con la costruzione del porto di Ostia (42 - 106 d.C.) ad opera degli imperatori Claudio, Nerone e Traiano, Puteoli e con essa l'intera area dei Campi Flegrei persero inevitabilmente il primato di centro economico e commerciale vantato per secoli. Il ripetersi, poi, di eventi sismici legati al bradisismo minarono la solidità degli edifici sia pubblici che privati e condizionarono la funzionalità delle strutture portuali contribuendo all'inesorabile declino.

Pertanto, le attività commerciali si trasferirono in luoghi più idonei dove poter esercitare, in particolare a Napoli, città vitale e dai molteplici interessi. La fiera e chiassosa Puteoli finì per diventare un piccolo nucleo di case malmesse a causa dei continui terremoti, all'interno delle mura di quello che era stato il primo insediamento greco (Dicearchia) corrispondente all'attuale Rione Terra e abitato da pochi affezionati, dediti prevalentemente al piccolo commercio, all'agricoltura e alla pesca e, quindi, in condizioni economiche difficili.

Gli edifici pubblici (gli anfiteatri, le terme, il mercato, il teatro, lo stadio e le necropoli, nonché le lussuose residenze private) già danneggiati dagli effetti del bradisismo furono abbandonati e con il tempo spoliati dei materiali, riutilizzati nelle continue ristrutturazioni e magari da rivendere ovvero utilizzati nel restauro dei pochi edifici di rilievo intramoenia.

Per circa un millennio i pochi abitanti dei Campi Flegrei vissero uno stato di disagio diffuso, dominato dalla precarietà dovuta alla consapevolezza di abitare un territorio irrequieto che periodicamente comprometteva ogni sforzo teso al rinnovamento urbanistico e dalla paura dei ripetuti attacchi e razzie delle incursioni barbariche, nei secoli che seguirono la fine dell'impero romano e poi dei pirati saraceni che avevano fatto di Miseno e Cuma le loro basi operative.

Dal XIV secolo in poi ci fu una lenta ripresa in particolare di Pozzuoli, facilmente raggiungibile da Napoli e pertanto meta di visitatori anche celebri, quali Petrarca e Boccaccio, attratti dalla bellezza dei luoghi e dalle rovine, memorie di antichi splendori.

Il rinnovato interesse culturale per Pozzuoli insieme alla riorganizzazione militare dell'area voluta da Alfonso d'Aragona subentrato agli Angioini, con la creazione di fortificazioni che comprendeva anche il Castello di Baia comportò una ripresa economica dell'area flegrea frenata solo dall'instabilità sismica che smorzava ogni volta gli entusiasmi di chi provava a tornare ad abitarci.

Lodevole fu l'impegno del viceré don Pedro de Toledo che dopo l'eruzione di Monte Nuovo nel 1538 costruì la sua residenza (Palazzo Toledo) sui resti del palazzo aragonese pur d'incoraggiare il ritorno a Pozzuoli dei cittadini sempre più provati. Al suo seguito molti nobili edificarono nell'area numerose ville sia a scopo residenziale che di villeggiatura e si avviò un complessivo rinnovamento urbanistico che anche negli anni che seguirono fu influenzato dal fenomeno del bradisismo.

Un successivo sviluppo urbanistico ci fu, in particolare a Pozzuoli, nei secoli XVI e XVII seguito da un periodo di paralisi e solo nella seconda metà dell'Ottocento, grazie anche alla creazione delle prime industrie, ci fu un incremento demografico sfociato nell'inevitabile conseguente espansione edilizia.

Oggi l'area dei Campi Flegrei è apprezzata oltre che per i siti archeologici e i fenomeni vulcanici anche per la bellezza del paesaggio, per le terme, il mare, l'invidiabile clima e l'ottima cucina, diventando una meta turistica sempre più ambita e irrinunciabile.

 

CAMPI FLEGREI - VISITE GUIDATE

 

 

 

 

 

 

 

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